Wolfsinger - The beast inside

I Wolfsinger sono cresciuti, già, e non solo dal punto di vista anagrafico, anche perchè, nell'arco di tempo che ci ha separati dalla realizzazione dall'ep "Jump On the Head" al disco di debuto “Living With the Inner Beast”, la formazione canavesana è andata incontro ad una maturazione compositiva, che li ha condotti ad intraprendere un sentiero sonoro che, da quanto potuto appurare con mano, a livello puramente qualitativo, segna un netto distacco con il passato, e questo grazie ad un trittico di brani focalizzati attorno ad un heavy metal quadrao e compatto, di tipica matrice classica, contraddistinto da una forte vena melodica di fondo.
Alla singer Raffalla ed al bassista Haron l'arduo compito di introdurci nel mondo Wolfsinger...
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana

Ciao ragazzi, parto con la prima domanda chiedendovi di fare un piccolo passo indietro per sapere come è andata l'esperienza con la seconda edizione del festival Metal Queen’s Burning Nights che, rispetto alla prima edizione, si è articolato in più serate.
Purtroppo ho potuto partecipare alla serata finale, tralasciando i complimenti, devo dire di essermi divertito, tutte ottime band a parte le headliner che mi hanno lasciato un tantino perplesso, anche se ho capito che le Jadish sono la tipica band di rottura, o le ami o le odi...

Haron: Ciao Beppe e grazie per esserti interessato a noi e averci proposto questa intervista.
Ci fa molto piacere partire parlando del Metal queen’s Burning Nights Festival che è una nostra iniziativa e che ci coinvolge anche come band.
Dobbiamo dire che ci ha dato molte soddisfazioni soprattutto in questo secondo anno.  Anche la Prima edizione del festival si articolava in tre serate, la differenza o news di quest’anno è stata che le band ad esibirsi erano quattro ogni sera invece che tre, in più sono state inserite delle ospiti, ovviamente inerenti al contesto, ( Francesca Mercury, Cadaveria e Isa Brutal), le quali sono intervenute con interviste e testimonianze del proprio trascorso musicale.
Quello che abbiamo sempre voluto fare con questa iniziativa è smuovere un po’ l’attenzione dei metalhead Canavesani e Piemontesi in genere e di farli riunire sotto ad un palco, proponendo band di vario genere e gusto sempre nell’ambito della musica metal, con voce femminile. Dobbiamo dire che, vista la buona affluenza di pubblico, la cosa è riuscita.
Sia in questa che nella passata edizione non è che ci fossero propriamente delle band Headliner, perché secondo noi o per un motivo o per un altro tutte le band che abbiamo selezionato, meritavano attenzione ed erano di un buon calibro, gusti personali a parte, musicalmente parlando. Abbiamo semplicemente cercato di far esibire per ultime le band più longeve. Per quanto riguarda le Jadish vista la forte personalità della band probabilmente è vero, o le odi o le ami, e sinceramente sia noi che il gestore della Fontana nutriamo per queste musiciste, un grande rispetto e stima.
Quello che ci ha sempre colpito è l’energia che mettono nel proporre la loro musica soprattutto on stage, per cui ci ha fatto immenso piacere averle nell’ultima data del festival e ovviamente in quanto band più “anziana della serata “poterle proporre come headliner.

Manifestazione questa, che rinnova la vostra collaborazione con il locale la Fontana di Burolo, uno dei locali più attivi della zona, e con l'oramai mitico Jean e del suo staff, grazie al quale state cercando di togliervi qualche piccola soddisfazione personale.
Haron: Si, in effetti la nostra collaborazione con Jean proprietario de La Fontana, è nata proprio con il Metal Queens Festival. Cercavamo una location idonea dove poter far esibire le band e soprattutto che fosse nella zona del Canavese, in cui in realtà manca proprio un punto di ritrovo per band, musicisti e pubblico che amano questo genere musicale.
L’idea era proprio di far rivivere da questo punto di vista il Canavese e di creare questo punto d’incontro per chi ama la musica e in particolare quella Metal.
Jean si è subito dimostrato disponibile ed entusiasta dell’idea e da li è nata la nostra collaborazione, che è poi continuata quando ci ha chiesto di gestire le date live del locale in qualità di direttori artistici.  Così da due anni stiamo andando avanti a collaborare in modo più che soddisfacente per tutti, abbiamo dato spazio sia a band underground della zona e non, che a gruppi cover o Tributi che secondo noi erano meritevoli di attenzione, oltre a proporre band di un certo spessore sia Italiane che provenienti da altre parti d’Europa.

Rimanendo in argomento, a parte la passione smisurata che mettete in campo da sempre, quale sono le motivazioni che vi spingono ad andare avanti e a rimettervi in gioco stagione dopo stagione? Abnegazione, masochismo, pazzia o un mix di tutti questi elementi...
Raffaella : Hahaha direi proprio l’ultima, un mix di tutti gli elementi citati, pazzia senz’altro, ma anche grande voglia di fare e soprattutto di continuare a credere che quello che si è fatto negli anni non sia da buttare… ma serva come base per continuare a costruire anche se a piccolissimi passi…
Haron: Quando si mette amore in quello che si fa e soprattutto ci si crede incondizionatamente, i sacrifici ci sono, ma sono la parte minore in confronto alle soddisfazioni che ne derivano. Io in realtà mi sono sempre impegnato su questo fronte e credo che continuerò a farlo.

Raffaella “Living With the Inner Beast” segna un passo fondamentale per la carriera dei vostri Wolfsinger, rappresentando il fatidico debutto ufficiale dopo un ep che definirei transitorio, a parte la qualità di registrazione che è l'elemento che risalta a primo acchito, quali sono secondo voi le differenze sostanziali con la precedente prova in studio? È stato il classico lavoro di squadra in cui tutti i componenti della band si sono messi in gioco anche a livello compositivo partecipando alla stesura delle singole canzoni?
Raffaella: Si, diciamo che il primo ep era nato principalmente da una mia collaborazione con il chitarrista tedesco Stephan Georg, che mi aveva proposto di registrare alcuni suoi brani in cui mancavano linea vocale e parte dei testi.
Non avendo una formazione stabile come band, Io e Haron abbiamo deciso di arrangiare i suoi brani riscrivendo le linee di basso e le parti vocali e di farne un ep in collaborazione.
Di fatto gli altri componenti della band, che non erano quelli di ora, non hanno partecipato attivamente alla realizzazione di “Jump On the Head “ che, più che altro, era soprattutto per me, un ep di rodaggio per verificare la mia vocalità e capacità compositiva riguardo alla musica hard & heavy.
Il risultato è stato comunque soddisfacente tenuto conto del fatto che eravamo consci della produzione molto amatoriale, se così possiamo dire, e che purtroppo avevamo dovuto utilizzato una drum machine dato che in quel periodo non avevamo il batterista.
I brani che ne fanno parte hanno comunque avuto un discreto riscontro, e l’Ep ci ha dato buona visibilità e pareri comunque positivi, anche all’estero.
Riguardo a “Living With the Inner Beast “ la musica cambia di brutto in tutti i sensi.
Questo è un disco interamente Wolfsinger, dove tutti i componenti dell’attuale line up, hanno partecipato attivamente, ognuno con il proprio contributo, alla stesura di ogni brano.
Ci rappresenta in toto, e il sound è proprio quello che vogliamo proporre al pubblico. Ovviamente la realizzazione di questo disco è stata possibile proprio perché ora la nostra è una band coesa che collabora in pieno, composta da elementi musicalmente validi e soprattutto che si pongono gli stessi obiettivi.

Il primo singolo “Phoenix” sembra mettere in mostra il versante più introverso della band, un brano dal sapore vagamente progressivo ed intimista che si pone in maniera quasi antitetica con l'istintività ed il carattere vettoriale che da sempre vi caratterizza, come a voler rimarcare il fatto che i Wolfsinger del nuovo corso sono più maturi e consapevoli del fatto che “la potenza non è niente senza il controllo”, come mai avete scelto proprio quel brano per rappresentare tutto l'album?
Raffaella: Phoenix è un brano molto introspettivo, ma alla fine rappresenta un po ognuno di noi, è la capacità che abbiamo anche nei momenti di maggior sconforto, di emergere dal buio con la nostra forza interiore e soprattutto appoggiandoci a quello in cui più crediamo. In questo caso parliamo della musica e del grande amore che abbiamo per essa.
In realtà questo brano ci è stato proposto dal nostro chitarrista Albo, e subito ce ne siamo innamorati e abbiamo deciso di farlo nostro, cioè di tutti noi. In Phoenix c’è una parte di tutti i componenti della band, forse più che negli altri, e ognuno di noi a modo suo ci si può rispecchiare, come credo anche la maggior parte di coloro che lo ascolteranno.
E’ proprio un invito a non lasciarsi andare mai e combattere per le cose in cui si crede, alternando appunto come hai giustamente sottolineato, potenza e controllo delle emozioni. Diciamo che stiamo crescendo e maturando un po sotto tutti gli aspetti e cosa più importante lo facciamo insieme.


Se non erro, per la promozione del disco ed il mini tour che avete affrontato, alla line up ufficiale della band si è unita una seconda ascia che, carte alla mano, dovrebbe garantire maggiore impatto al vostro wall of sound..
Raffaella: L’ingresso di Dave, Davide Mantovan, alla chitarra, è stato deciso proprio durante la scrittura dei brani di questo primo album, per rafforzare e dare valore aggiunto al sound, ma anche per aggiungere le dovute armonizzazioni.
Quello che ci ha stupito piacevolmente è stato il suo repentino inserirsi nella band e amalgamarsi in modo egregio a quelle che erano le nostre idee, apportando grande valore alle composizioni e dandogli del suo senza stravolgere nulla.
Insomma per noi una scelta azzeccatissima e un gran colpo di fortuna se vogliamo dire. Per questo abbiamo optato anche per la sua partecipazione alla registrazione del disco, nonostante fosse entrato nella band solo da poche settimane.

Haron a parte l'ottimo lavoro grafico di Marta, ed il fatto che la produzione è stata affidata a Fabio Pollono già sound engineer del festival, che cosa potete raccontarci in merito al vostro nuovo lavoro in studio? Sarà un disco completamente auto prodotto distribuito in maniera underground tramite i canali ufficiali della band, oppure pensate di affidarvi ad un'agenzia che curi la sua promozione?
Haron: Il disco è nato proprio con l’idea di creare un prodotto interamente Wolfsinger, a partire dalla stesura dei brani, alla scelta dei suoni (per questo abbiamo deciso di affidarci a Fabio Pollono che ci segue da sempre), all’idea di dare lo stesso impatto realistico di quando suoniamo live, all’immagine grafica, studiata appunto con Marta che ringraziamo.
Bravissima artista disegnatrice è più che altro amica di tutti noi, persona che conosce profondamente la natura della nostra band e quindi in grado di rappresentarci al meglio. Insomma un lavoro di squadra e soprattutto che rappresenta noi Wolfsinger in toto, per questo motivo abbiamo deciso che anche la distribuzione, al momento, avverrà tramite i canali della band, soprattutto durante i live che cercheremo di riprendere prima possibile, senza sosta e senza limiti.

Hai voglia di farci un piccolo track by track soffermandoti su ogni singolo brano che entrerà a far parte della track list finale del disco? Troveremo cavalli di battaglia come “Queen of the dragons” e “Werevolves”?
Si, la facciamo assieme io e Raffa che ha scritto tutti i testi.
Il disco apre proprio con “Werewolves” nostro cavallo di battaglia e brano che amiamo particolarmente, forse quello più completo a livello compositivo, dove il basso la fa un poco da padrone con arpeggi e parti soliste, pur lasciando grande spazio alle chitarre.
Un brano che alterna potenza e melodia, che secondo noi si fondono in un buon equilibrio musicale e rappresentano anche quello che il brano trasmette come testo e cioè che deve esserci comunque in ognuno di noi, un giusto equilibrio fra bene e male, lati positivi e negativa del nostro essere umani, per poter vivere nel modo migliore.
Seconda track: “Queen of The Dragons “ è un brano molto d’impatto, con un sound un po più thrash metal, voluto molto da Raffaella che ha subito abbinato ai nostri riff un testo di grande spessore come quello dello stupro, raccontato in questo caso da una figura femminile che, non cede alla violenza subendo in silenzio, ma trasforma il suo dolore in istinto di ribellione diventando a sua volta carnefice del mostro che l’aveva assalita e violata. Un invito a non subire in silenzio ma riprendersi la propria dignità lottando con le unghie e con i denti.
Terza track “Vampire Reflection “nasce dal primo pezzo che scrissi in assoluto, quando avevo 14 anni, ovviamente rivisto e ri-arrangiato da tutti. E’ stata per me una grande soddisfazione sentirlo definito e strutturato in modo più maturo e accompagnato da un testo che mi è subito piaciuto soprattutto perché ha preso spunto proprio dal titolo che aveva in origine, articolandosi poi attorno ad esso.
Propone una problematica della realtà odierna parafrasando un personaggio fantastico come il vampiro. Racconta appunto dell’alienazione dell’uomo e di quanto a volte capita di non riconoscersi più guardandosi allo specchio, in quanto costretti a vivere una vita che non ci appartiene e non ci ritroviamo appunto come capita ad un vampiro che cerca di vedere il suo riflesso.
Quarta track è “The Hypnotist”, brano nato da un riff di Alberto il nostro chitarrista, e poi sviluppato sia da Haron che da Gillo alla batteria. Brano molto dinamico che presenta diversi cambi di tempo. Parla del potere della musica che è l’unica capace di trasportare chi la ama e la segue, in una realtà parallela dove poter dimenticare tutti gli scazzi della vita e vivere abbandonandosi alle proprie sensazioni.
Quinta track appunto Phoenix di cui abbiamo già parlato sopra. Un brano che inizia con una lunga parte arpeggiata di chitarra molto soft, per evolversi in un bel muro di potenza nella seconda parte.  Abbiamo voluto dedicare questa ballad a un nostro carissimo amico scomparso Davide Mariotti, proprio perché ha sempre dato grande esempio di forza di volontà e di voler superare il male anche quando questo stava diventando più forte di lui. Forza di volontà e grande passione, sono le cose che vogliamo emergano da questo brano che dopo una prima parte meditativa, esplode in un vortice che vuol trascinarci fuori dal buio dei nostri pensieri negativi, facendoci reagire positivamente.
Sesta traccia è “The Commander“ il brano più longevo dei Wolfsinger, già presente nel primo ep,  ma in questo caso rivisto dalla nuova formazione, è un brano dal sound prettamente thrash metal old school scritto in collaborazione con il chitarrista Nicolas Pandolfi , figlio di Raffa che ne ha curato le parti chitarristiche. Il tema è quello sempre usuale del potere che ci vuol sovrastare e dirigere. Si sviluppa come un urlo di ribellione che nasce da dentro molti di noi, e che invitiamo a seguire per sentirci liberi di vivere come meglio crediamo senza vincoli obbligati, alla fine nessuno può comandare i nostri sogni ne vincolare le nostre idee. 
Settima track “Angels & Demons“ ultimo brano composto dalla band prima di entrare in studio. Ciò che lo caratterizza maggiormente sono i cori e le armonizzazioni. Un brano che è un misto fra hard rock, stoner e grunge, con un testo che appunto ci invita a fare della vita quello che vogliamo ma soprattutto a essere coerenti e fare una scelta. Alla fine nessuno può dire cosa sia per noi bene o male meglio di noi stessi. Insomma vivi la vita come preferisci e sarai felice senza cagare il cazzo agli altri ahhahaah!!!
Ultima track: “Wolfsinger’ s Law ” un inno a chi ama fare della musica la propria legge di vita, e quindi un inno alla nostra band, senza ovviamente voler essere autocelebrativi . Un po di autoironia e di sano realismo visti i reali sacrifici che comunque facciamo e abbiamo fatto sempre per proporre la nostra musica.
Per quanto riguarda la parte musicale è nata da una mia idea e il brano parte con un assolo di basso a cui si uniscono in seguito batteria e chitarra a creare un sound coinvolgente e compatto. Il ritornello melodico e corale in cui ci uniamo tutti per inneggiare alla legge del palco, vorrebbe coinvolgere e celebrare tutti quelli che credono sempre nella forza della musica e ne fanno ragione di vita, insomma vai suona e non fermarti mai se ci credi davvero.

Come dicevate prima, eiete riusciti in qualche modo a riversare su disco l'energia e le evoluzioni strumentali che caratterizzano le vostre esibizioni on stage?
Haron: L’intenzione era questa, ed è in buona parte riuscita, ma essendo proprio animali da palco e amanti del live on stage, solo li ci sentiamo veramente rappresentati al cento per cento…

Raffaella, a parte il dispendio di energie, sacrifici, scazzi, passione, tanta passione, ad il versante economico, quanto vi è costato portare a compimento un lavoro di questa portata?
Raffaella: Guarda, in realtà la parte economica è stata l’unica veramente pesante, purtroppo si sa che le band come noi non hanno grandi risorse e vivono di autofinanziamento, per il resto è stata una grande avventura, appassionante e che ci ha coinvolti tantissimo io in primis ne sono stata presa totalmente e credimi che non è poco.
Sono sempre stata una promotrice della musica e delle band che propongono musica propria, ma ci è voluta tutta la cocciutaggine di Haron per convincermi a scrivere brani miei e soprattutto a credere in me come autrice. Amo talmente tanto la musica che non sono mai contenta di quello che posso proporre o creare, insomma sono una fottuta autocritica e perfezionista per cui è stata dura, ma ora sono  abbastanza contenta del risultato e soprattutto, non vedo l’ora di passare al prossimo disco ahahhahaah!!!!

….si, ma le soddisfazioni? Quanto è gratificante vedere il vostro cd accanto a quello delle band con le quali siete cresciuti?
Be la soddisfazione per tutti è ovviamente enorme soprattutto vedere che quelle che erano idee in forma embrionale, sono pian piano cresciute con noi sotto i nostri occhi,  ovviamente con tanto impegno e forza di volontà, e si sono realizzate nel nostro disco.

Haron visto che siamo alla vigilia dell'uscita del disco, come pensi possa essere accolto un lavoro come il vostro dagli appassionati metallari di casa nostra? Temete in qualche modo le critiche, oppure siete pronti ad accettare qualunque consiglio pur che sia esposto in forma costruttiva?
Haron: Speriamo che sia accolta per quello che è, il frutto delle nostre idee, di stampo prettamente heavy metal classico che rappresenta il genere che più amiamo, ovviamente rivisitato a modo nostro e anche con un impronta più moderna. Speriamo che la passione che abbiamo messo in questo lavoro coinvolga anche chi lo ascolta e ovviamente le critiche sono sempre ben accette anche se negative, purchè costruttive perché ovviamente vogliamo andare avanti migliorandoci, e le critiche a questo servono, per confrontarsi.

A parte l'impegno con la band, il versante manageriale con le serate organizzate, dividete anche il resto delle vostre giornate insieme, onestamente non vi ho visto mai litigare, o saputo di scenate, ma almeno un classico “vaffanculo” ve lo scambiate ogni tanto anche solo per sfogarvi, o nemmeno quello?
“Vaffanculo Haron!!!!” “Vaffanculo Raffa!!! “ Ecco si, ce lo scambiamo spesso e volentieri, anche perché serve proprio per farci andare avanti nei momenti in cui uno dei due molla un po la presa per vari motivi e si sente demotivato. Spesso ci si confronta e il fatto di avere le stesse passioni, serve anche a supportarsi a vicenda quando le cose non vanno proprio bene… Il bello è che non ci è mai capitato di essere demotivati per la stessa cosa nello stesso momento, per cui i vaffanculo servono un po a far reagire l’altro come a dire ok ora basta alza il culo e rimettiti in moto per quello in cui credi!!!

Haron prima di concludere ti tocca la domanda più difficile, da vecchio fan dei Brain Dead ho notato che dopo la tua uscita forzata dalla band, il rapporto con qualche tuo ex collega si è in qualche modo incrinato, sono conscio della tua buona fede, come si dice, il tempo aiuta a mitigare gli animi, non pensi sia giunto il momento di sotterrare l'ascia di guerra e “riabbracciare” qualche vecchio fratello con il quale hai, nel bene o nel male, condiviso il palco, passioni, speranze e gran parte della tua giovinezza? La vita lo sai, è troppo corta e di merda per continuare a portare rancore, no?
Haron: Sono contento che tu mi abbia fatto questa domanda, questo significa che comunque quindici anni di passione e musica non sono svaniti nel nulla e anche il mio impegno è comunque servito a qualcosa, d’altra parte con i Brain Dead abbiamo realizzato belle cose.
Dopo il brutto momento in cui ci siamo separati e ognuno ha preso la propria direzione, il rancore nei confronti di gran parte dei miei ex colleghi è scomparso in quanto non si trattava di fatti personali, ma di scelte musicali, con alcuni di loro mi sono anche rivisto e ho chiarito con piacere rimanendo in buoni rapporti.
Purtroppo solo con uno dei componenti della band, e penso tu sappia a chi mi riferisco, ritengo che il riavvicinamento non sarà mai possibile perché la delusione che ho avuto nei suoi confronti a livello personale e soprattutto di “amicizia “che durava da parecchi anni, è stata molto grande.
Qui non si parla di scelte musicali o manageriali della band, ma proprio di rispetto ed educazione che penso mi fossero dovuti, se non altro per l’impegno che ho sempre messo in tanti anni di collaborazione.
Ecco, questo il semplice motivo per cui con questa persona che non mi va nemmeno di nominare, non voglio assolutamente più avere a che fare. 
Per il resto ricordo con piacere le varie avventure e disavventure della band e non rinnego assolutamente nulla di quel trascorso musicale, anche se come si suol dire, il passato è passato e ora guardo al futuro con altri progetti.

Ok ragazzi, grazie di tutto, a voi le ultime considerazioni....
Haron : Abbiamo già detto quasi tutto, saremo di nuovo on stage il 27 agosto proprio alla Fontana di Burolo con i mitici Crohm e questa è un po una sorpresa che ci ha fatto Raffa che è appena uscita da un intervento abbastanza pesante e che non sarebbe nemmeno in condizioni proprio ottimali per cantare ma…. Volere e potere per cui vi aspettiamo. Detto questo vogliamo ringraziarti tantissimo per la tua bellissima intervista che ci ha dato finalmente modo di parlare in modo completo sia della band che del disco e dei nostri progetti..

Wolfsinger official pagehttps://www.facebook.com/wolfsingermetal/




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