IRA - Power in Black



A torto considerati alla strenua di una band di secondo piano della scena musicale torinese degli anni '80, gli Ira sono da considerarsi fra i prime movers del movimento heavy rock della capitale sabauda, ed il loro unico demo “Power in black”, nonostante risenta di una produzione amatoriale, secondo molti canoni qualitativi dell'epoca, dimostra ancor oggi che le qualità intrinseche della band erano invece molteplici.
E nell'intervista telematica intercorsa fra il sottoscritto ed il buon Antonio Corvino, storico bass player di quella formazione, siamo riusciti finalmente a mettere a fuoco alcuni punti salienti della breve, ma intensa, vita artistica di una band dedita all'epoca ad un suono che era il perfetto connubio artistico fra classiche influenze hard rock più, e deflagranti ripartenze di scuola sabbatica.
Lascio dunque con piacere la parola al nostro interlocutore che ci aiuterà ad addentarci nei meandri delle vicissitudini che hanno portato allo split prematuro di questa grande formazione italiana.ù
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana

Ciao Nino e grazie di cuore per aver accettato la nostra chiacchierata telematica, allora come prima cosa vorrei che mi togliessi una mia curiosità personale, in che maniera hai conosciuto il resto della band? Come è nata l'idea di mettere su un gruppo heavy Metal, e soprattutto come mai decideste di chiamare la  band proprio IRA? Se non ricordo male qualcuno di voi aveva in precedenza militato in altre formazioni, o cover band metal?
Nino: Ciao Beppe, bene, ai tempi delle superiori io e il mio amico di infanzia Rocco Varraso (chitarra ritmica) mangiavamo pane e Hard Rock in un periodo di evoluzione musicale stretti fra la morsa dei colpi di coda del progressive, l'avvento del punk ed il proliferare del cantautorame italiota.
Consapevoli delle allora limitate capacità tecniche e mezzi finanziari in possesso, creammo una band di punk scolastico ispirata a Damned, Clash e Pistols.
Con la fine degli studi superiori, ebbe fine anche il nostro primo capitolo musicale con all'attivo la partecipazione ad un festival Heavy nel dicembre 1980 in compagnia degli Overdrive (prima denominazione dei più conosciuti Elektra Drive).

Com'ra nata l'idea di mettere su un gruppo heavy Metal, e soprattutto come mai decideste di chiamare la band proprio IRA? Se non ricordo male qualcuno di voi aveva in precedenza militato in altre formazioni, o cover band metal?
Il servizio militare impose un intervallo forzato alle nostre aspirazioni, ma nel 1983 decidemmo di riattizzare il sacro fuoco insieme a Maurizio Braschi (chitarra solista), altro amico di infanzia, e già, perché i tre fondatori della band abitavano tutti nella stessa scala! 
A questo punto della storia sorse il problema che tre chitarristi, erano troppi per il progetto di line-up che avevamo in mente, fu allora che decisi di passare dalla sei corde al basso che tra l'altro avevo già imbracciato in passato in situazioni di emergenza.
Nello stesso tempo tramite un annuncio affisso sulla bacheca del mitico Rock'n'Folk, fummo contattati da Maurizietto Dondi, sedicenne e sedicente batterista astigiano.
A dire il vero intraprendemmo la gita verso Asti con un pò di scetticismo considerando la distanza, l'età/esperienza del batterista ed il fatto che anche noi stessi non avevamo ancora neanche abbozzato una minima prova di compatibilità con il sottoscritto al basso!
Niente di più falso ed inaspettato! Immediatamente si creò un'alchimia perfetta e quella sera tornammo a casa consapevoli di aver fatto un passo importante.
Per quanto riguarda il nome "Ira", per molto tempo ci abbiamo giocato intorno: a chi ci chiedeva cosa significasse rispondevamo laconici che poteva essere interpretato come rabbia, furore, nome di donna o ben più ossianico peccato capitale.
La verità vera e che fin dai tempi del mio passato punk, provavo ammirazione per la lotta di indipendenza (ancor prima degli U2) del popolo dell'Ulster e del loro esercito clandestino di liberazione....
Per diversi mesi provammo nella cantina astigiana, concentrandoci inizialmente sul repertorio dei Black Sabbath (ispiratori principali di Rocco ed io) con qualche fugace escursione su brani degli AC/DC, Motorhead e Scorpions.
Ad un affiatamento strumentale indiscutibile faceva contrapposizione la difficoltà legata alla voce solista; dopo un breve periodo di collaborazione con un cantante dotato come intonazione e melodia ma di timbrica troppo new wave decidemmo di riamanere in quattro sfruttando l'axe-man Braschi anche per le parti vocali. Così facendo debuttammo in concerto nel giugno 1984 all'Heavy Metal Day di Bussoleno in compagnia di Jester Beast, Whispering Bells, Fil di Ferro, Wizard e Bulldozer!

Nonostante una qualità di registrazione come si direbbe oggi “low budget”, il demo presenta delle ottime composizioni che non risentano veramente del passare degli anni, anzi,  puoi dirci, se ti ricordi, in che modo nacquero brani come l’anthem di "Metal Militia" o l’ottima "Dressed in black"?


Nino: All'epoca avevamo un repertorio di pezzi nostri ancora limitato, anche se uno fra questi (Dressed in Black) non piacendoci perchè considerato fuori dall'orientamento artistico della band veniva interpretato solo allo scopo di settare i suoni in cantina e sul palco. Fu così che durante il sound check di Bussoleno ci accorgemmo che il pezzo in realtà tirava da paura con numerosi metallari a fare headbanging sotto il palco costringendoci ad inserirlo in scaletta.
I pezzi nascevano quasi tutti da riff intuiti da Maurizio ai quali aggiungevamo il tappeto ritmico e l'arrangiamento contribuendo in misura equivalente alla loro realizzazione fatti salvi i testi che venivano composti dal sottoscritto in quanto più visionario del resto del gruppo.
Durante l'84 partecipammo a diverse rassegne quasi sempre in compagnia di Jester Beast e N.I.B., fu allora che decidemmo anche grazie al suggerimento di alcuni fanzine-writers di realizzare un promo chiedendo in prestito agli Overtime la loro voce solista (Piero Leporale) che dopo aver apprezzato il nostro lavoro accettò di unirsi a noi (l'accaduto creò dei dissapori con gli Overtime tanto che salomonicamente Piero decise di cantare con entrambi i gruppi). Per quanto riguarda "Metal Militia" il pezzo era dedicato ai mitici frequentatori dell'obelisco di piazza Statuto, ritrovo ai tempi di tutto i metallari e componenti di molte band sabaude.

Se non ricordo male fu sempre grazie a quel demo e ad una registrazione di “Mr. Mountain"che vi permise di partecipare alla compilation “Heavy Metal Made in Italy”, è così?
Ricordi bene, Mr. Mountain partecipò alla compilation Made in Italy proprio grazie alla prima diffusione del promo, anche se, come tanti miei contemporanei potranno confermare, l'incisione di queste compilation non rendevano onore alle band ospitate in quanto il loro primo scopo era quello di spillare quattrini ai partecipanti illudendoli su chissà quali sviluppi....

Quali erano all'epoca le formazioni a cui facevate riferimento e quali le vostre influenze prettamente artistiche?
Dei cinque componenti degli Ira, io ero senz'altro il più moderato nell'allineamento musicale, pur riconoscendo nei Black Sabbath (in condivisione con Rocco Varraso) il faro illuminante del nostro credo metallaro, non disdegnavo, come ancora oggi, ascoltare tutta la musica di buona qualità, dalla classica all'alternativa, dal blues al jazz e naturalmente tanto, tanto, tanto rock. Per quanto riguarda gli altri,  oltre la comune passione per Ozzy & Co. affioravano venature hard'n'heavy classiche (Deep Purple, Rainbow, Ronnie Dio, AC/DC) e qualche piccola contaminazione glam (come testimonia ancora oggi l'attività di Maurizietto Dondi con i suoi tributi all'albero genealogico della famiglia Kiss, relatives and friends).

Cosa ricordi dei live di supporto a quel nastro? Quale era la carica che gli IRA riversavano nelle loro performance on stage? Avevate creato degli effetti scenici particolari per il vostro pubblico di allora? E se non è troppo, c’è un concerto ricordi con più nostalgia?


Dopo l'esordio del giugno '84 in Bussoleno, anche grazie alle ottime recensioni della fanzine "Metal Fortress" (della quale conservo gelosamente alcune copie) suonammo con una certa continuità in diverse rassegne nella provincia di Torino quasi sempre in compagnia di Jester Beast ed N.I.B., tanto che pareva essere diventata consuetudine sia per noi che per il pubblico attendere il fine settimana per assistere alle performance live delle tre citate band.
A parte qualche sano e goliardico sfottò, ricordo che all'epoca si respirava un'atmosfera quasi magica e l'organizzazione dei concerti era caratterizzata dalla massima collaborazione e condivisione sia di sforzi che di materiali con il comune scopo di ottenere il massimo dall'unione degli intenti, in poche parole ci facevamo tutti un mazzo colossale per il piacere di proporre la nostra musica, era una sensazione fantastica esibirsi in concerto vivendo con entusiasmo ed eccitazione quasi mista a terrore da palco ogni vigilia, terrore che si dissolveva fin dalle prime note del primo anthem lasciando crescere un entusiasmo che si trasferiva poi in sala prove dove la vena compositiva sembrava inesauribile.
Tuttavia il vero salto di qualità la band lo fece con l'inserimento di Piero Leporale nel ruolo di vocalist.
La sua perfetta intonazione e l'incredibile estensione vocale si integrarono alla perfezione nel sound degli Ira caratterizzandone definitivamente l'idioma.
Ho un ricordo particolare legato ad un concerto del gennaio 1985 al "1000 luci" di Torino (poi "faster" poi non so, adesso supermercato "BIlla"), in quella occasione, della quale esiste una testimonianza registrata, tutti demmo il meglio di noi.
Ah! naturalmente anche allora ci esibimmo insieme a Jester ed N.I.B.!!!

Il noto giornalista Della Cioppa nel suo libro dedicato al metal italiano, vi ha liquidato con le parole “ennesima chiacchierata formazione torinese, di cui si son perse subito le tracce”, invece io ho notato che il ricordo che avete lasciato, soprattutto in alcuni vostri colleghi dell’epoca, è ancora vivo dopo più di 25 anni, secondo te dove sta la ragione?
Per quanto riguarda Della Cioppa, sono convinto che lui, come tanti altri, nell'intento dettato dalla buona fede di un sano giornalismo superficiale, non si sia soffermato a dovere non solo su di noi ma anche su altre realtà contemporanee; credo che tanto basti a giustificare come poi i movimenti dell'underground musicale urbano si siano piano piano estinti, generando poi l'esigenza per chi voleva sopravvivere di formare e promuovere esclusivamente cover o tribute band che dir si voglia.
Per carità, grazie di esistere ed allietare qualche serata in birreria surrogando le gesta di eroi in quiscienza o addirittura defunti, ma tutto questo ha il sapore nostalgico di una partita a briscola fra pensionati al centro anziani di quartiere.
Perdona lo sfogo, ma credo che proprio qui si celi la spiegazione di come il ricordo dei vari Ira, Jester, N.I.B., Morgana, Allied Force ed altri per i quali mi scuso non averli citati, persista ancora dopo un quarto di secolo: sebbene influenzati da svariate correnti i gruppi in calce proponevano un verbo personalizzato e generato dalle proprie capacità più o meno valenti.

In che modo avvenne lo split della band? Si risolse in modo del tutto amichevole?....e se non è troppo, che fine hanno fatto i tuoi colleghi, a parte Piero, hai mai avuto occasione di incrociarli negli ultimi periodi? Non avete mai pensato ad una reunion o a ristampare parte del vostro materiale inedito?
Credo che all'epoca il sogno predominante fosse quello non di arricchirsi con la nostra musica, ma di non smettere mai di suonarla forse cristallizzando quella gioventù che a 20 anni ti sembra infinita, ma il sogno poi svanisce ed il risveglio ti richiama alla realtà, e così succede che qualcuno lascia il gruppo perché si sposa o perché è troppo impegnato dal lavoro, e le band si sciolgono... come è successo a noi, qualcuno a proseguito e continua ancora oggi.
A proposito, dimenticavo, nel 2000 ci fu un tentativo di reunion che purtroppo non ebbe seguito, ma quello che esprimemmo in tre o quattro sedute di sala prove fece venire i brividi a quei pochi che ebbero l'occasione di ascoltarci (chiedi conferma a Maurizio o Piero). Tuttavia, anche se gli voglio bene, il chitarrista solista (Maurizio Braschi) era emotivamente ed artisticamente sempre più avanti di noi, talmente tanto avanti che è sempre riuscito ad arrivare prima Lui della fine dei suoi progetti, paradossalmente senza terminarne alcuno che io abbia notizia...
Comunque, la settimana prossima ci ritroviamo tutti e cinque per una birra in compagnia dopo tanto tempo e chissà?

In tutti questi anni, in che modo è cambiato il tuo approccio con la musica rock in generale? La musica metal, fa parte ancora della tua vita? Ascolti ancora qualche bel vecchio vinile di Led Zeppelin o dei Black Sabbath?
In questi anni non ho mai tradito il mio approccio alla musica, ho sempre cercato di ascoltare tutto il possibile nell'intento di trovare interesse anche in ciò che ad un primo ascolto non mi convince, ma col passare del tempo mi rendo sempre più conto che la mia ricerca va a cozzare con il tentativo di scoprire i nuovi Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple, Uriah Heep o Rush, ed alla fine un vecchio vinile è sempre la miglior cosa, comunque la mia collezione è di circa 7500 titoli (2 tb di hard disk).

Pensi che, con tutta l'esperienza che hai accumulato in questi anni e con l'avvento delle nuove tecnologie, gli Ira oggi avrebbero avuto una vita più facile?
Francamente non credo che le nuove tecnologie ci avrebbero reso la vita più facile, in verità io ho sempre preferito l'uso o l'utilizzo di strumenti vintage perchè sono fermamente convinto che l'anima analogica suoni meglio del suo replicante digitale e comunque preferisco giudicare gli Ira sotto questo punto di vista.

Progetti personali per il futuro?
Non ho progetti particolari per il futuro, anche se mi sentirei senz'altro pronto in caso di un richiamo alle armi con i vecchi amici sotto l'egida degli Ira, ma, come disse il vate Battisti: lo scopriremo solo vivendo...
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